San Miniato è una città particolare, a tratti unica, per motivi più o meno conosciuti: fra i piccoli/grandi tesori della nostra città c’è però la presenza dell’unico monumento dedicato all’arte della cerca e cavatura del tartufo. In centro storico, infatti, si trova la statua che immortala per sempre Arturo Gallerini detto “Bego” e il suo cane Parigi nell’atto di scovare l’esemplare di tartufo più grande della storia: 2,520 kg, una pepita bianca che poi verrà donata da un commerciante di Alba all’allora presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower. Era il 1954 e quel tartufone fu rinvenuto nei boschi di Balconevisi in località “Vallina”; tutt’ora quel tartufo è il più grande di cui si abbia memoria e quest’anno la Mostra Mercato del tartufo bianco di San Miniato celebrerà questo settantesimo anniversario, sia nel manifesto della festa sia al Mutart, il museo del tartufo dove è presente una riproduzione di quel fungo ipogeo XXL. Di conseguenza fu quasi normale realizzare una statua dedicata a quell’episodio, che vuole anche celebrare il rapporto unico inscindibile che si crea fra il tartufaio e il suo cane, perché senza l’animale questa magia non si compirebbe mai.
A realizzare l’opera ci ha pensato un gruppo di maestri forgiatori provenienti da tutta Italia, guidati dal sanminiatese Massimiliano Benvenuti, che può vantare il titolo di Campione del Mondo di Forgiatura 2011.
Ma le curiosità non finiscono qui: a Parigi è dedicato un altro piccolo monumento, stavolta nella piazza centrale di Balconevisi, non lontano da dove la coppia bipede-quadrupede trovò quel maxi tartufo che sembrava non avere mai fine il 26 ottobre 1954.
Insomma, Parigi è un po’ l’Hachiko di San Miniato, il cane simbolo della fedeltà eterna che proprio per questo suo modo d’essere che commosse (e commuove tutt’ora) il mondo fu omaggiato con una statua nella stazione di Shibuya (a Tokyo), dove per anni e anni aspettò il ritorno del suo padrone.
Per saperne di più:
Autore Marco Sabia per Buggiani Immobiliare